Analisi dei dati Caritas Diocesana 2016

Un contesto che cambia

Persone incontrate nel periodo 2004 – 2016

Per la prima volta, da quando la Caritas diocesana raccoglie dati, il numero delle persone incontrate è sceso al di sotto delle 2.000 unità, ma in questi 12 anni sono cambiate molte cose, per cui è necessario analizzare il contesto prima di procedere con l’analisi dei dati.

  • Per prima cosa va sottolineata la crescita e l’impegno delle Caritas parrocchiali che, in questi anni, hanno svolto un prezioso servizio di ascolto e sostegno alle persone e alle famiglie residenti sul proprio territorio. Questo ha fatto sì che molti di coloro che si rivolgevano alla Caritas diocesana, siano stati indirizzati alla propria parrocchia, per essere seguiti in modo più attento, mentre la Caritas diocesana si è impegnata di più per quel che concerne le situazioni di disagio estremo, di coloro che non hanno dimora, non hanno residenza, non hanno una parrocchia con una Caritas parrocchiale o abbiano situazioni così complesse che la Caritas parrocchiale stessa, da sola, non riuscirebbe ad affrontare.
  • In questi anni la Caritas diocesana ha strutturato numerosi progetti per seguire in modo più specifico determinate situazioni che, quindi, hanno smesso di presentarsi al Centro di Ascolto diocesano per rivolgersi invece a sportelli dedicati. Si tratta di progetti nati dalla collaborazione con la Diocesi, con Enti, Associazioni, altri convenzionati col Comune o con il distretto di Rimini nord. Trattasi di: sportello “L’assistente in famiglia” per le badanti (nato nel 2009), “Fondo per il Lavoro” per i disoccupati (2013) e “Emporio Solidale” per le famiglie che necessitano di un sostegno alimentare (2016). Questi progetti hanno permesso di intercettare nuove povertà e di creare una fitta rete di solidarietà sul territorio, capace di offrire risposte adeguate e importanti a coloro che vivono in situazione di disagio.
  • L’acuirsi della crisi economica ha fatto registrare una notevole diminuzione di immigrati presso il Centro di Ascolto diocesano, questi si sono infatti spostati in altre città d’Europa o sono tornarti in patria. La minor affluenza di stranieri (eccetto profughi o richiedenti asilo, invece in aumento), ha fatto sì che sia inevitabilmente diminuito il totale delle persone incontrate.

I nuovi poveri e coloro che tornano

Il 40% delle persone che si sono rivolte al Centro di Ascolto diocesano nel 2016 non avevano mai bussato alla porta della Caritas. Si tratta di 766 persone, di cui 228 italiani, dei quali 57 residenti nella provincia di Rimini. Sempre più spesso arrivano alla Caritas con bollette da pagare, con il rischio che gli vengano tagliati i servizi o tolta la casa perché messa all’asta o sfrattati. Sono per di più uomini tra i 40 e i 55 anni. Negli ultimi due anni stiamo riscontrando un aumento di italiani over 50 che sono in situazione di povertà perché hanno perso tutto: lavoro, casa, famiglia, amici, alcuni anche la salute.

Nuovi e ritorni

Tra i 538 stranieri incontrati per la prima volta nel 2016, ben 130 provengono da Paesi in situazione di conflitto o di povertà e sono sul territorio in attesa di un riscontro dalla Prefettura rispetto alla propria domanda di asilo, altri invece sono arrivati alla Caritas diocesana di Rimini con già il Permesso di rifugiato o di protezione sussidiaria, ma non sanno dove andare, altri ancora hanno avuto il diniego, ma sperano in un ricorso, pur di non tornare in patria.

 

Tra coloro che tornano il 66% è senza dimora, persone che vivono in una situazione di povertà estrema e che difficilmente riescono a trovare soluzioni in tempi brevi per quel che riguarda occupazione e abitazione.

Il 64,5% dei ritorni è rappresentato da stranieri, che provengono prevalentemente da Romania, Marocco, Ucraina, Tunisia, Albania e Senegal. Incrociando queste nazionalità con gli anni di ingresso in Italia, si scopre che si tratta di persone che sono per la maggior parte in Italia da oltre 10 anni; più specificatamente ci sono sia persone che non si vedevano da decenni, che coloro che invece, colpiti dalla crisi, sono entrati in una situazione di povertà da qualche anno e non riescono a uscirne e quindi continuano a tornare alla Caritas. Dicono di rivolgersi al Centro di Ascolto perché non sanno a chi altro chiedere aiuto, perché spesso la povertà economica porta a situazioni di profonda solitudine e isolamento.

Differenze tra uomini e donne

Composizione per sesso

Sesso

  • gli uomini sono prevalenti (71,6% del totale), e il loro peso è in crescita (+ 3% rispetto al 2014)
  • oltre il 60% degli uomini sono stranieri (rumeni, tunisini, marocchini e somali). Le donne provengono in gran parte da Ucraina, Romania e Marocco.

Classe d’età

  • gli uomini sono più giovani: hanno per la maggior parte tra i 25 e i 44 anni e un 9% tra i 19 e i 24;
  • le donne sono più mature: hanno prevalentemente tra i 45 e i 64 anni e un 8% ha tra i 65 e i 74 anni;

Stato civile

  • il 48% degli uomini è celibe, il 29% coniugato e l’11,5% separato;
  • il 39,5% delle donne è coniugata, il 22,3% nubile, il 15,6% vedova, il 12% divorziata.

Con chi vive

  • il 70% degli uomini vive da solo;
  • il 36% delle donne vive con i familiari ed il 20% con amici.

Ne consegue quindi che gli uomini in situazione di povertà, sono mediamente giovani, celibi e soli; mentre le donne sono adulte, sposate e vivono, tendenzialmente con altre persone (siano essi familiari o amici).

Rispetto alla differenza tra uomini e donne c’è un dato inatteso e sconvolgente: tra le donne che si sono rivolte al Centro di Ascolto diocesano, il 44% (pari a 236) è senza dimora.

Si è soliti pensare che in strada ci siano solo uomini, questi percentualmente sono infatti più numerosi rispetto alle donne (tra i senza dimora gli uomini sono l’81,5%); tuttavia le donne non mancano ma, a differenza degli uomini, vivono tendenzialmente con il partner o con altre persone, raramente si isolano, in quanto cercano situazioni di maggiore protezione.

Composizione per provenienza geografica e sesso

Gli italiani

Composizione percentuale per provenienza geografica

Sono 626 gli italiani (32,8%), a livello percentuale sono in linea con quelli dell’anno precedente, in aumento invece se si considerano gli anni pre-crisi quando gli Italiani al Centro di Ascolto erano intorno al 20%. Interessante notare che tra gli italiani 34 sono di origine straniera che hanno preso cittadinanza italiana, segno che sono in Italia da molti anni, si sono integrati a tal punto da richiedere la cittadinanza, hanno fatto un percorso nel nostro Paese, eppure, la povertà non ha risparmiato neppure loro.

Il 30% degli italiani che si sono rivolti alla Caritas diocesana ha residenza nella provincia di Rimini; il problema principale è dovuto all’assenza di lavoro o a condizioni di lavoro precarie che non riescono a garantire un reddito mensile alle famiglie. In aumento coloro che non riescono a pagare le bollette o gli affitti e che presentano problematiche di tipo familiare (rapporti conflittuali, incomprensioni, separazioni finite male…).

Gli altri italiani provengono: da altre città dell’Emilia Romagna, dalle Marche, dalla Puglia, dalla Campania, dalla Lombardia, dalla Toscana, dal Veneto e dalla Sicilia. Sono per di più uomini tra i 40 e i 55 anni. Provengono da altre parti d’Italia, non solo perché a Rimini cercano possibilità lavorative, ma anche perché cambiare città significa conoscere persone nuove, cercare di rifarsi una vita. Questo vale soprattutto per coloro che si sono separati o divorziati, per chi ha visto finire lunghe convivenze, ma anche per chi è uscito dal carcere e non sa dove andare o per chi è in attesa di entrare in qualche comunità di recupero per problemi di tossicodipendenza.

Persone incontrate provenienza geografica

Gli stranieri

Sono 1.272 gli stranieri (66,6%) che si sono rivolti al Centro di Ascolto, prevalgono rumeni, marocchini e ucraini, ma la novità del 2016 è stato l’incontro di 186 giovani provenienti da Paesi in situazione di conflitto o di estrema povertà (Somalia, Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, Nigeria, Mali, Eritrea, Guinea, Ghana, ecc.), in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato o già con il Permesso di Soggiorno in mano, ma che non parlano italiano, alcuni sono addirittura analfabeti, non hanno casa, lavoro, non sanno dove andare. La Caritas diocesana ha un ufficio specifico per la gestione dei richiedenti asilo, attraverso progetti svolti in coordinamento con Questura e Prefettura. Quelli che sono arrivati al Centro di Ascolto sono coloro che sono sfuggiti dai circuiti di assistenza o che li hanno terminati in altre città e vagano per l’Italia alla ricerca di un lavoro e di una casa.

Stranieri incontrati nel periodo 2004 – 2016

Tra gli stranieri è sempre più alto il numero di coloro che sono in Italia da oltre 20 anni e si trovano in difficoltà al punto da rivolgersi alla Caritas, si tratta di marocchini, tunisini, albanesi e senegalesi per un totale complessivo di circa 200 persone su 453 appartenenti a queste nazionalità.

Il 78% dei tunisini ed il 68% dei marocchini è senza dimora, molti tra questi hanno fatto rimpatriare mogli e figli, altri non sono neppure mai riusciti a fare il ricongiungimento.

Anche il 50% degli albanesi è rimasto senza casa, l’altra metà vive invece con i propri familiari, ma non riesce a pagare bollette e affitti. La maggior parte dei senegalesi convive invece con i propri connazionali ma, nonostante la divisione delle spese, non riesce comunque ad avere i beni di prima necessità.

Tra gli immigrati, sono 286 quelli aventi residenza nella provincia di Rimini, pari al 22,5% di tutti gli stranieri.

Diminuiscono i comunitari

Stranieri incontrati nel periodo 2014 – 2016 per stato del permesso di soggiorno

Per quel che concerne il Permesso di Soggiorno la situazione è molto cambiata: aumentano del 2,3% rispetto al 2014, coloro che non hanno più questo documento in quanto non sono più in possesso dei requisiti necessari per il rinnovo (lavoro, residenza, reddito). Aumenta il numero di coloro che sono in attesa di ricevere il documento (+3,8%) e sono prevalentemente rappresentati dai richiedenti asilo. Diminuiscono invece del 35% in un anno coloro che provengono da altri Paesi dell’Unione Europea, questo principalmente per due ragioni:

– l’Italia non offre più molte occasioni di lavoro e quindi ha perso attrattiva;

– il Paese dal quale abbiamo il maggior flusso di persone è la Romania, territorio in cui stanno sorgendo nuove opportunità occupazionali, in quanto diverse aziende, anche italiane, si sono trasferite proprio in Romania.

Giovani stranieri e vecchi italiani

I più colpiti dalla povertà sono coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni (rappresentano il 25,5% di tutte le persone ascoltate), il problema maggiormente riscontrato per questa fascia d’età è l’assenza del lavoro o la presenza di un lavoro così precario da non permettere una stabilità economica per garantire una situazione di benessere alla famiglia e all’individuo.

L’età media di coloro che sono colpiti dalla povertà è intorno ai 40 anni, ma è importante distinguere questa variabile tra italiani e stranieri. Quest’ultimi sono più giovani: il 27% ha tra i 25 e i 34 anni, si tratta di giovani con poche esperienze lavorative, in prevalenza celibi, ma anche giovani papà con bimbi piccoli lasciati nel proprio Paese.

Il 33% degli italiani ha invece tra i 45 e i 54 anni ed il 20% tra i 55 e i 64 anni. Si tratta di persone che hanno perso il lavoro e che non riescono a trovare una nuova occupazione, altri sono a un passo dalla pensione, ma non hanno ancora versato sufficienti contribuiti per godere di questo sussidio. In queste fasce d’età troviamo persone molto sole o che non si sono mai sposate o che invece hanno visto il fallimento del proprio matrimonio e convivono con sentimenti che si alternano tra nostalgia, delusione, rabbia, rassegnazione, rimorsi…

Aumentano i senza dimora

Seppur numericamente si è abbassato il numero complessivo delle persone incontrate dal Centro di Ascolto è purtroppo aumentato il numero di coloro che vivono in una situazione di povertà estrema.

Senza dimora nel periodo 2010 – 2016

Su 1.909 persone incontrate nel 2016, 1.279 hanno dichiarato di non avere un posto stabile dove andare a dormire. Se in passato il rifugio prediletto era la stazione ferroviaria, nel 2016 questa ha chiuso le porte nelle ore notturne e ha aumentato i controlli, quindi per i senza dimora è diventato sempre più difficile trovare un luogo riparato dove trascorrere la notte. Le stesse case abbandonate hanno subito notevoli controlli e ispezioni e spesso le persone sono state sgombrate dai propri rifugi. Al Centro di Ascolto sono stati più frequenti i racconti di risvegli bruschi e senza più i propri beni perché rubati da qualcuno durante la notte.

Tra i senza dimora gli immigrati sono il 66% e gli italiani il 34%, ma l’incidenza tra il totale degli italiani e degli stranieri è invece la medesima, cioè due su tre non hanno un abitazione.

Coloro che pur avendo residenza nella provincia di Rimini, vivono in strada sono complessivamente 143 persone (62 italiani e 81 stranieri). Per queste si cerca di lavorare in stretta sinergia con i Comuni e con le altre Associazioni che operano sul territorio.

In povertà anche coloro che hanno casa

Composizione per condizione abitativa

I poveri non sono solo coloro che sono senza una casa, ma anche quelli che, dietro le mura domestiche, vivono in situazione di ristrettezza economica e non sanno come affrontare la quotidianità, non solo per una mancanza di soldi, ma anche perché le relazioni in casa diventano sempre più tese e difficoltose. Complessivamente sono 438 coloro che hanno casa e si sono rivolti alla Caritas diocesana.

Sono 337 coloro che vivono in affitto e non riescono a far fronte alle spese quotidiane, si rivolgono alla Caritas per un contributo per le bollette o per l’affitto, 25 i casi di sfratto.

In leggero aumento le persone che hanno una casa in proprietà (24), ma che non riescono a pagare il mutuo, tra questi un caso con la casa messa all’asta, e altri che, pur non avendo il mutuo da pagare, non sono comunque riusciti a provvedere alle spese delle utenze.

2016 2015 2014
Condizione abitativa n % n % n %
Precaria
Privo di abitazione 1.008 52.8 1.078 49.0 1.045 45.0
Domicilio di fortuna 233 12.2 317 14.4 410 17.6
Ospite di amici/familiari 135 7.1 148 6.7 173 7.4
Roulotte 37 1.9 59 2.7 49 2.1
Dorme in macchina 32 1.7 36 1.6 56 2.4
Casa abbandonata 11 0.6 21 1.0 19 0.8
Totale abitazione precaria 1.456 76.3 1.659 75.4 1.752 75.4
 
Stabile
Casa in affitto da privato 337 17.7 389 17.7 420 18.1
Casa in comodato 19 1.0 41 1.9 62 2.7
Casa in affitto da ente pubbl. 58 3.0 63 2.9 59 2.5
Casa in proprieta’ 24 1.3 22 1.0 22 0.9
Totale abitazione stabile 438 22.9 515 23.4 563 24.2
 
Altro 12 0.6 11 0.5 3 0.1
(Non specificato) 3 0.2 14 0.6 6 0.3
Totale 1.909 100 2.199 100 2.324 100

Anche in queste situazioni c’è un intenso lavoro in sinergia con i servizi sociali, le parrocchie, i familiari. In alcuni casi ci si è messi in contatto con le aziende di distribuzione dei servizi per evitare che staccassero le utenze; in altri casi si è parlato con le banche o con i proprietari di casa per cercare soluzioni in merito ai canoni di affitto. In altre situazioni ancora sono stati messi in contatto con l’Associazione Famiglie Insieme per richiedere un prestito, oppure indirizzati alla propria parrocchia per fare domanda al Fondo per il Lavoro o per avere un sostegno alimentare dall’Emporio solidale.

Poveri e soli

Composizione per nucleo familiare nel 2016

Composizione per nucleo familiare nel periodo 2014 – 2016

2016 2015 2014
Con chi vive n % n % n %
Solo 1.168 61.2 1.241 56.4 1.293 55.6
In nucleo con propri familiari o parenti 319 16.7 426 19.4 451 19.4
In nucleo con conoscenti o soggetti esterni 316 16.6 388 17.6 418 18.0
Presso istituto, comunità, ecc. 12 0.6 18 0.8 37 1.6
Altro 6 0.3 8 0.4 1 0.0
Coabitazione di più famiglie 8 0.4 5 0.2 20 0.9
In famiglia di fatto 77 4.0 91 4.1 101 4.3
(Non specificato) 3 0.2 22 1.0 3 0.1
Totale 1.909 100 2.199 100 2.324 100

Il 78% di coloro che sono senza dimora dichiara di vivere solo, in realtà spesso la notte vivono accanto a qualche conoscente, ma alla domanda: “con chi vivi?” rispondono: “solo” perché è così che si sentono: soli, abbandonati, senza nessuno sul quale fare affidamento.

Composizione per stato civile nel 2016

Composizione per stato civile nel periodo 2014 – 2016

2016 2015 2014
Stato civile n % n % n %
Celibe o nubile 774 40.5 873 39.7 909 39.1
Coniugato/a 614 32.2 684 31.1 755 32.5
Separato/a legalmente 213 11.2 263 12.0 284 12.2
Divorziato/a 194 10.2 219 10.0 240 10.3
Vedovo/a 108 5.7 123 5.6 119 5.1
Altro 2 0.1 5 0.2 5 0.2
(Non specificato) 4 0.2 32 1.5 12 0.5
Totale 1.909 100 2.199 100 2.324 100

L’essere soli emerge anche dai dati relativi allo STATO CIVILE: il 40% delle persone incontrate è celibe o nubile, il 21% separato o divorziato, il 6% vedovo, tra questi 88 convivono con il/la partner. Quelli coniugati sono il 32%, ma solo il 38% conviventi con il coniuge, gli altri vivono prevalentemente soli o con conoscenti.

Complessivamente sono 399 le famiglie che nel 2016 si sono rivolte alla Caritas diocesana (pari al 20% del totale delle persone incontrate), tra queste 307 convivono con il partner, 233 hanno figli conviventi, per un totale di 535 minori. Su 55 figli maggiorenni conviventi, 35 sono quelli disoccupati, 38 invece genitori soli con figli e 44 invece genitori separati che devono provvedere con molta fatica al mantenimento della famiglia.

52 famiglie hanno un componente con gravi problemi di salute, 8 con problemi di dipendenze, 5 un familiare in carcere.

In 20 casi il partner ha dovuto far rimpatriare la famiglia perché non riusciva più a sostenerla.

Da questa breve panoramica si comprende la multiformità delle situazioni familiari incontrate: per queste si cerca di elaborare progetti il più possibile personalizzati, coinvolgendo assistenti sociali e parrocchie.

Il lavoro che non c’è

Composizione per condizione professionale nel 2016

Composizione per condizione professionale nel periodo 2014 – 2016

2016 2015 2014
Condizione professionale n % n % n %
Disoccupato/a 1.682 88.1 1.946 88.5 2.019 86.9
Occupato 73 3.8 67 3.0 69 3.0
Pensionato/a 40 2.1 45 2.0 54 2.3
Altro 14 0.7 19 0.9 29 1.2
Casalinga 26 1.4 35 1.6 39 1.7
Inabile parziale o totale al lavoro 41 2.1 53 2.4 63 2.7
Studente 20 1.0 27 1.2 24 1.0
(Non specificato) 13 0.7 7 0.3 27 1.2
Totale 1909 100 2.199 100 2.324 100

I disoccupati sono l’88% di tutti coloro che si sono rivolti al Centro di Ascolto diocesano, i rimanenti sono per il 2% pensionati, un altro 2% invalidi, l’1,4% casalinga e solo il 3,8% occupati, ma con contratti prevalentemente stagionali, oppure di poche ore, tali da non consentire una vita dignitosa a se stessi e alla propria famiglia.

Per la prima volta, nel 2016, si sono rivolti alla Caritas diocesana, nel periodo estivo, anche dei venditori ambulanti, perché raccontavano di non riuscire a guadagnare nulla neppure sulla spiaggia.

Situazioni sempre più problematiche

La povertà è sempre più multifattoriale: non è solo l’assenza di lavoro e di conseguenza la mancanza di reddito e la difficoltà nel mantenere un’abitazione, ma incidono su di essa per il 43% anche i rapporti familiari problematici (conflitti tra la coppia, ma sempre più spesso anche tra genitori e figli e tra fratelli e sorelle).

Incidenza delle diverse problematiche nel periodo 2014 – 2016

2016 2015 2014
Problemi n % sulle persone n % sulle persone n % sulle persone
POV – Problemi economici 2.030 106.3 2.257 102.6 2.325 100.0
OCC – Problemi di occupazione/lavoro 1.917 100.4 2.155 98.0 2.269 97.6
CAS – Problematiche abitative 1.597 83.7 1.772 80.6 1.841 79.2
FAM – Problemi familiari 807 42.3 1.028 46.7 1.044 44.9
IMM – Bisogni in migrazione/immigrazione 571 29.9 552 25.1 666 28.7
PRO – Altri problemi 359 18.8 433 19.7 441 19.0
SAL – Problemi di salute 346 18.1 314 14.3 262 11.3
IST – Problemi di istruzione 315 16.5 281 12.8 344 14.8
DIP – Dipendenze 99 5.2 117 5.3 93 4.0
DEN – Detenzione e giustizia 95 5.0 102 4.6 89 3.8
HAN – Handicap/disabilita’ 59 3.1 64 2.9 75 3.2
Non specificato 58 3.0
Totale 8.253 432 9.075 412.7 9.449 406.6

In seconda istanza ci sono i problemi relativi all’immigrazione: le difficoltà burocratiche, le attese nel riconoscimento del proprio status di rifugiato, l’incapacità di riuscire ad aiutare i propri familiari in patria.

Seguono i problemi relativi alla solitudine che, in alcuni casi, sfociano in depressione o in comportamenti legati a devianze psichiche difficili da gestire (manie di persecuzione, schizofrenie, ecc.), non sempre conclamati ma emergenti nei colloqui.

Il 18%, in aumento del 4% rispetto al 2015, i problemi relativi alla salute. A volte la malattia è la conseguenza delle tante difficoltà da gestire che si riverberano sul corpo; altre volte è stata la malattia stessa a determinare la situazione di povertà della persona, perché non più in grado di lavorare, di affrontare la giornata autonomamente.

Anche i problemi relativi all’istruzione sono in aumento del 4% rispetto al 2015 e raggiungono il 16%, questo soprattutto a causa dei richiedenti asilo che non conoscono l’italiano e alcuni sono analfabeti.

Restano stabili al 5% coloro che hanno o hanno avuto problemi legati a dipendenze, anche se spesso diverse realtà vengono taciute per cui probabilmente questo dato è sottostimato, soprattutto per quel che concerne la patologia del gioco d’azzardo.

In aumento del 6,7% in soli 2 anni le problematiche relative a coloro che hanno trascorsi con la giustizia, gli ex detenuti sono il 2,6% e coloro che sono liberi con precedenti penali in corso sono lo 0,7%. Complessivamente coloro che hanno problemi di giustizia sono il 5%.

Le risposte della caritas diocesana

Interventi da parte della Caritas Diocesana nel periodo 2013 – 2016

Interventi 2016 2015 2014 2013
Ascolti 7.924
per 1.909 persone
9.064
per 2.199 persone
8.393
per 2.324 persone
8.163
per 2.407 persone
Mensa I turno
(pubblica, previo colloquio al Centro di Ascolto)
48.343 51.218 50.247 47.453
Mensa II turno
(per coloro che vivono in struttura)
29.555 16.176 13.308 9.394
Cene
(per coloro che sono accolti nel dormitorio)
14.077 15.185 15.362 14.573
Pasti a domicilio per gli anziani
(Giro Nonni)
14.385 11.424 11.863 11.515
Pasti per coloro
che sono stati fermati
dalle forze dell’ordine
359 534 507 499
Totale pasti 106.719 97.055 96.406 83.434
Pacchi Viveri 150
a 53 persone
345
a 104 persone
594
a 162 persone
1.069
a 302 persone
Docce 2.813
a 595 persone
3.069
a 672 persone
3.075
a 710 persone
3.317
a 756 persone
Indumenti 1.961
a 649 persone
2.351
a 790 persone
2398
a 854 persone
2.557
a 902 persone
Alloggio
(prima accoglienza)
6.227 notti
per 677 persone
6.278 notti
per 706 persone
6.067 notti
per 648 persone
7.285 notti
per 865 persone
Seconda Accoglienza 1.571 notti
per 7 persone
1.562 notti
per 10 persone
2.985 notti
per 21 persone
4.858 notti
per 35 persone
Profughi accolti in struttura 7.174 notti
per 50 persone
7.259 notti
per 38 persone
3.434 notti
per 39 persone
Profughi accolti in appartamento 10.7999 notti
per 60 persone
Farmaci 655
per 241 persone
503
per 253 persone
420
per 209 persone
218
per 121 persone
Materiali scolastici 108
per 73 famiglie
111
per 65 famiglie
101
per 66 famiglie
53
per 35 famiglie
Sussidi economici € 77.907 € 72.459 non rilevato non rilevato

Nonostante il numero delle persone incontrate sia diminuito, il numero degli interventi è aumentato: i pasti hanno raggiunto le 106.719 unità (9.664 in più rispetto al 2015). In media le persone accolte sono state ospitate per 9 notti, mentre nel 2015 la media era di 8 notti. Si è intensificato il lavoro di accoglienza dei profughi, accogliendoli con progetti specifici non solo in struttura, ma anche in un appartamento dedicato.

È cresciuto il numero dei farmaci distribuiti, a dimostrazione che purtroppo sono in crescita i problemi di salute.

Sono aumentati anche gli aiuti economici, soprattutto per quel che concerne i contributi per gli affitti e le bollette. Sono invece diminuiti quelli relativi alla sanità perché nel 2016 abbiamo registrato un aumento di donazioni di farmaci, per cui sono stati elargiti meno buoni da utilizzare presso le farmacie.

Crescono pure gli aiuti relativi ai minori, sia per quel che riguarda gli alimenti e i prodotti per neonati, che per le spese scolastiche.

Destinazione dei sussidi economici

Voce 2016 2015
Sanità € 9.381 € 19.205
Affitto € 22.835 € 15.262
Bollette € 19.207 € 16.247
Viaggi e carburanti € 6.879 € 5.891
Alimenti € 2.200 € 2.945
Documenti € 1.714 € 850
Gestione abitazione € 1.547 € 2.280
Spese scolastiche € 913 € 848
Alimenti e prodotti per neonati € 955 € 105
No all’aborto sì alla vita € 1.055 non spec
Altro € 11.221 € 8.826
Totale € 77.907 € 72.459