Servizio distribuzione farmaci
Il servizio di Distribuzione farmaci della Caritas diocesana nasce dalla volontà di alcuni professionisti medici e farmacisti di mettere gratuitamente a disposizione dei poveri, che si rivolgono alla Caritas, le proprie competenze professionali; tali competenze incrociano da un lato la domanda di chi non ha la possibilità economica di potersi procurare i farmaci necessari alla propria salute, o di chi è escluso dalla medicina di base e dal SSN, essendo presente irregolarmente sul territorio, dall’altro la generosità dei cittadini che, attraverso il circuito del Banco Farmaceutico o della liberalità di medici, farmacisti e semplici privati, fornisce la farmacopea necessaria per affrontare le urgenze non altrimenti risolvibili che con gratuità.
Nel corso del 2016 il servizio ha incontrato 273 persone, molte delle quali si sono presentate più volte, tanto da aver erogato nel complesso 897 interventi di varia natura.
Interventi nel corso del 2015 e 2016
2016 | 2015 | |
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Farmaci | 655 | 501 |
Sussidi economici per motivi sanitari | 75 | 179 |
Visite mediche | 60 | 38 |
Altro materiale (cerotti, garze, creme, spazzolini, dentifrici…) | 52 | 35 |
Orientamento a servizi socio-sanitari | 47 | 49 |
Prestazioni infermieristiche | 6 | 4 |
Analisi, esami clinici (test per diabete) | 2 | 0 |
Totale complessivo | 897 | 806 |
Il profilo medio dell’utenza disegna un maschio, straniero, di età compresa fra i 35 e i 54 anni, separato o divorziato o celibe, senza dimora, vivente da solo, con titolo di studio elementare o di media inferiore.
Le persone che hanno avuto accesso alla distribuzione diretta dei farmaci sono state 241, molte delle quali si sono rivolte al servizio non solo per loro stesse, ma anche per esigenze di congiunti minori non censiti dalla Caritas e pertanto impossibilitati a presentarsi in prima persona: il bacino di utenza è quindi ben più ampio dei dati considerati.
Il 57,1% dei servizi erogati è stato destinato a uomini ed il 42,9% alle donne. Fra le donne prevalgono le coniugate e le vedove che nell’insieme assommano a quasi 2/3 del campione femminile (65,1%), frazione che negli uomini viene raggiunta e superata dalla somma dei separati/divorziati e dei celibi (68,8%); gli uomini celibi sono percentualmente più del doppio delle donne (33,6 contro 15%) mentre la vedovanza è una realtà quasi esclusivamente femminile (25,2 a 1,9%). La fascia di ètà dai 35 ai 54 anni comprende quasi la metà del campione; il restante 50% si divide fra i più anziani che sono il 38% e i più giovani (fra i 18 e 34 anni) il 14,5%. Le donne sono particolarmente rappresentate dalla fascia di età fra i 65-74 anni, essendo il 31% del totale, su una media complessiva della stessa fascia di età del 18,1%; gli uomini sono invece più presenti della media nell’intervallo 35-44 anni (27,8 contro 20,5% dell’insieme).
Tra le nazionalità prevalgono gli uomini italiani (36,2% sul totale degli uomini), rumeni (16,8%), marocchini (14,9%), tunisini (7,7%) e algerini (6,2%). Mentre tra le donne: italiane (40,3%), rumene (14,1%), marocchine (13,7%), polacche (6,4%) e ucraine (4,8%). Quanto alla dimora le donne vivono per quasi 2/3 in una casa (64,3%); percentuale opposta per gli uomini (69,9% senza dimora).
L’utenza di questo servizio vive prevalentemente da sola nel quasi il 60% dei casi, con una notevole differenza fra i due sessi: i maschi sono soli per il 74,6% e per il 15,1% coabitanti con estranei; le donne si dividono quasi egualmente fra sole (40,3%) e viventi in famiglia (38%); un altro 9% circa vive con familiari senza il coniuge; la dimensione familiare sembra essere quasi sconosciuta agli utenti maschi del servizio.
Prevalgono nei 2/3 dei casi titoli di studio inferiori o addirittura inesistenti, percentuale identica negli uomini e nelle donne; vi sono però nuovamente differenze fra i due sessi: molto rilevante il numero di donne prive di titolo di studio (20,4% contro una media di 11,5%), mentre negli uomini superano significativamente la media coloro che posseggono la scolarizzazione media inferiore (44,1 contro 34,7% di media totale); le donne con diploma professionale raggiungono la rilevante percentuale del 22% (media 17,5).
Le donne hanno usufruito prevalentemente e in misura superiore rispetto alla media del servizio di distribuzione farmaci (70,6 contro 66,8% della media), mentre gli uomini hanno avuto accesso in misura più frequente ai sussidi economici (12,2 contro 10,3% medio) e all’orientamento a servizi socio-sanitari del territorio (7,7 contro 6,4% medio); le donne più usualmente degli uomini si sono rivolte al medico per farsi visitare (8,9 contro 7,7%).
Più spesso gli stranieri richiedono farmaci, mentre gli italiani si rivolgono più assiduamente al medico per visite e vengono più usualmente indirizzati ad altri servizi del territorio.
Il servizio riesce a soddisfare le esigenze di coloro che vi si rivolgono 4 volte su 5 con risorse interne (83%); nel 10,5% dei casi si erogano sussidi economici, sottoforma di coupon del Banco Farmaceutico o del comitato Zeinta de borg, da utilizzarsi presso farmacie convenzionate; nel 6,4% dei casi li si indirizza presso servizi del territorio, presso i quali possono ottenere l’aiuto richiesto (prevalentemente all’Ambulatorio Extra-Cee, all’ambulatorio infermieristico Anteas o al pronto Soccorso).
Beneficiano dei sussidi economici per ragione di salute più frequentemente gli stranieri rispetto agli italiani, in relazione con la loro preponderanza numerica nel campione, più gli uomini delle donne in misura molto più ampia della loro incidenza percentuale (68,8% ai maschi; 31,2% alle donne). La media dei sussidi economici erogati alla singola persona esclusivamente per l’acquisto di farmaci è di 13,8 euro, leggermente superiore alla media nel caso dell’utenza straniera (14,8 euro contro 12,3 euro per gli italiani). Complessivamente i sussidi erogati per l’acquisto di farmaci sono stati 1.778 euro, mentre il totale di quelli donati per motivi sanitari è di 9.381 euro (ticket, visite mediche specialistiche, attrezzatura ortopedica, occhiali…).