L’ Assistente in famiglia

Progetto approvato nell’ambito del Piano di Zona distrettuale per la Salute e il Benessere Sociale – Distretto Rimini Nord

Ente gestore: Madonna della Carità Cooperativa sociale a r.l.

 

La tutela delle persone non autosufficienti, in particolare gli anziani, è un tema che merita grande attenzione e richiede l’attuazione di percorsi differenziati a supporto delle famiglie interessate.

In particolare, il bisogno di assistenza domiciliare, conseguente alla difficoltà di dedicarsi alla cura di chi soffre, chiama in causa la realizzazione di servizi adeguati e rispondenti alle esigenze delle famiglie.

In quest’ottica, il servizio “L’Assistente in Famiglia” è rivolto proprio a loro e la sua finalità è di aiutarle a mantenere la persona non-autosufficiente nel suo ambiente di vita, individuando l’assistente domiciliare più rispondente alle loro esigenze, assicurando la conoscenza e l’utilizzo di tutte le misure di tutela giuridica oggi disponibili, facendo conoscere le opportunità che il territorio offre e, quindi, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone che ne beneficiano.

Il servizio è a disposizione dal lunedì al sabato mattina e gli sportelli sono dislocati in alcuni Comuni del Distretto di Rimini Nord e dell’Alta Valmarecchia.

Le famiglie

Nel 2016 si sono rivolte al servizio 353 nuove famiglie, con un trend in aumento rispetto al 2015 in cui erano state rilevate 251 famiglie di nuova iscrizione. Dal 2009 sono state in totale 1.727 le famiglie che lo hanno utilizzato.

Più in dettaglio, il bisogno espresso nel 2016 è stato quantificato con 1.029 richieste, contro le 601 del 2015; il 30% circa ha riguardato la domanda di servizi di assistenza “a tempo pieno” con vincolo di convivenza.

L’aumento sempre più diffuso delle patologie senili e il progressivo decadimento delle condizioni fisiche e psichiche delle persone anziane con il progredire dell’età, giustificano in parte il crescente ricorso all’assistenza domiciliare continuativa.

Anche la domanda del lavoro di assistenza “a ore” ha subito un incremento: nel 2016 sono state 126 le richieste di questa tipologia avanzate dalle famiglie.

Nel corso degli anni si è potuto notare come, spesso, l’impiego “a ore” sia la risposta all’esigenza di compagnia e di aiuto nella gestione domestica quotidiana, piuttosto che a un bisogno di tipo assistenziale.

Nel 2016 gli operatori hanno effettuato 41 segnalazioni ai Servizi sociali; si tratta di situazioni molto complesse, spesso aggravate da isolamento e/o solitudine delle persone che le manifestano; questi casi necessitano di un confronto con i servizi di riferimento; nella maggior parte riguardano anziani o persone non autosufficienti, privi di reti amicali o familiari e con scarse risorse economiche per far fronte ai loro bisogni.

Inoltre, si è notato come frequente sia la mancanza di conoscenza sulle opportunità che possono aiutare ad arginare le situazioni di solitudine e di bisogno assistenziale.

Il servizio risulta essere particolarmente importante per alcune famiglie che manifestano fragilità i varia natura, offrendo loro il supporto degli operatori, orientamento ai servizi territoriali, rafforzando la consapevolezza che sia possibile attivare percorsi di sostegno alle persone più a rischio di isolamento e di progressivo aggravamento delle loro condizioni.

Nel 2016 il servizio dedicato all’incontro tra domanda e offerta di lavoro domestico di assistenza ha concretizzato l’assunzione di 134 assistenti familiari, 14 in più rispetto al 2015 e 94 in più rispetto al 2013.

Le assistenti familiari

Nel 2016 sono state 600 le persone che si sono iscritte per la prima volta al servizio dell’Assistente in Famiglia, 484 donne e 116 uomini.

La maggior parte di loro proviene da paesi dell’Est europeo, ma risulta anche una significativa percentuale di italiani che si sono rivolti agli sportelli disposti a trovare un lavoro nell’ambito dell’assistenza.

Assistenti per provenienza geografica

Area di Provenienza n %
Est Europa 238 40,7
Italia 187 32,0
Africa Meditteranea 48 8,2
Africa Subsahariana 43 7,4
Area Balcanica 29 5,0
America del Sud 16 2,7
Medio Oriente 11 1,9
Asia 8 1,4
America Centrale 5 0,9
Totale 585 100,0

Successivamente all’iscrizione al servizio, un numero rilevante di candidati ritorna per rinnovare la propria disponibilità al lavoro, presentandosi anche più volte.

In totale, sono state 3.795 le richieste avanzate agli operatori di sportello nel corso del 2016; la maggior parte erano riferite alla ricerca di un lavoro di assistenza in ambito domestico, in particolare per occupazioni a tempo pieno.

Le persone che si propongono in qualità di assistenti familiari ricevono assistenza nella ricerca dell’occupazione e, in caso di assunzione, un supporto anche nelle fasi successive all’attivazione del rapporto di lavoro. Spesso, lo sportello è risultato un importante punto di riferimento per le assistenti familiari anche nel fornire supporto psicologico ed emotivo. A questo proposito, nel 2016 sono state frequenti le richieste di colloquio con le operatrici (21 quelli rilevati).

Lavorare nel settore dell’assistenza può portare anche all’isolamento e alla povertà relazionale di chi ne è coinvolto, soprattutto coloro che lavorano e convivono con la persona da assistere; le assistenti familiari manifestano spesso malessere, riconducibile a un ferita emotiva conseguente allo sradicamento dal loro contesto di provenienza; questa trauma le porta progressivamente a uno stato psicologico negativo e a vivere un profondo senso di solitudine che si amplifica nella relazione con la persona di cui si prendono cura, spesso malata e per la maggior parte del tempo priva del conforto di persone care. In queste situazioni, lo sportello si adopera come un punto di ascolto e di confronto.

Aumentare le conoscenze e la professionalità delle assistenti familiari risulta pertanto fondamentale per contrastare il rischio di isolamento e il disagio che può interessare chi lavora nel settore dell’assistenza familiare.

Per questo il progetto “L’Assistente in Famiglia” prevede percorsi formativi specifici; tra questi, “BADA BENE – qualificarsi per assistere” è un programma di autoformazione per le assistenti familiari e consiste nella somministrazione di un dvd e nella partecipazione a momenti di qualificazione con esperti sulle tematiche del lavoro di cura quali l’assistenza alla persona anziana nella vita quotidiana, la sua movimentazione, l’alimentazione, i diversi regimi dietetici, la demenza, la cura e l’igiene della casa.

Successivamente, sono stati organizzati due corsi che hanno visto la partecipazione di circa 60 assistenti familiari selezionate nella prima fase del percorso in base all’interesse manifestato su temi specifici, a una buona conoscenza della lingua italiana e al non essere in possesso di titoli professionali nell’ambito dell’assistenza alla persone

Gli incontri sono stati tenuti da professionisti del settore, come fisioterapisti, tecnici dell’Unità riabilitativa e protesica, Oss, infermieri e dietisti.