Il Centro educativo
Com’è nato
Il Centro Educativo Caritas è nato nel 2001 con lo scopo di accompagnare nella crescita alcuni bambini Rom e le loro famiglie. Successivamente, vista la positività dell’esperienza e l’emergere di nuovi bisogni, si è deciso di ampliarlo accogliendo anche bambini cinesi. A partire dal 2009 poi, il Centro ha visto la partecipazione di bambini di diverse nazionalità e, dal 2013, si sono iscritti anche alcuni bambini italiani. Il servizio è diventato perciò un luogo di scambio e di incontro multiculturale, uno spazio di conoscenza dell’altro nella sua globalità dove si impara ad accogliere tutti, perché si sperimenta concretamente l’uguaglianza tra tutti i bambini del mondo.
Come ci si iscrive
Spesso i bambini vengono inviati al Centro dalle insegnanti di scuola, che conoscono il servizio e segnalano alle famiglie questa opportunità. Le scuole che si trovano nelle zone limitrofe alla Caritas Diocesana vengono contattate all’avvio dell’anno scolastico e con alcuni insegnanti si mantiene una comunicazione periodica per gestire al meglio il supporto extra-scolastico degli alunni.
Com’è organizzato
Nella prima parte del pomeriggio i bambini, seguiti dai volontari, eseguono i compiti scolastici e lavorano sulle competenze didattiche. Al termine dei compiti, si condivide la merenda tutti insieme e a seguire vengono organizzati giochi di gruppo, attività manuali (realizzazione del presepe, creazioni con materiali di riciclo) e laboratori creativi (cucina, creta, danza, musica, disegni con tecniche innovative, biglietti per gli anziani).
Nell’anno 2015/2016 è stato attivato il laboratorio di falegnameria coordinato da due falegnami in pensione che tutti i lunedì pomeriggio, dopo la merenda, hanno insegnato ai bambini più grandi a lavorare il legno e li hanno seguiti nella realizzazione di alcuni lavoretti. Le attività di falegnameria sono state sospese in giugno 2016.
Tra le altre attività, i bambini incontrano gruppi parrocchiali con i quali condividono un pomeriggio insieme facendo merenda e giocando. Queste occasioni sono preziose per conoscere realtà diverse e per offrire altri punti di vista ad entrambi i gruppi.
Chi segue i bambini
Collaborano alle attività del Centro alcuni ragazzi del Servizio Civile Nazionale che tutti i pomeriggi seguono i bambini e coordinano, insieme alle operatrici, le progettualità rivolte ai partecipanti.
All’inizio dell’anno scolastico è stata inviata una lettera a tutti i catechisti della Diocesi per richiedere volontari per il Centro e mettere al corrente gli operatori parrocchiali dei servizi della Caritas. I volontari che hanno deciso di prestare servizio al Centro Educativo sono circa 60, suddivisi nei 4 giorni di apertura. Hanno dato la loro disponibilità anche 2 pensionati, 2 adulti e 3 giovani frequentanti l’Università, mentre il resto dei volontari proviene dalle scuole superiori della provincia di Rimini che organizzano al loro interno i gruppi di volontariato, con i quali la Caritas mantiene contatti e scambi ormai da anni. In particolare prestano servizio i ragazzi del liceo scientifico “Einstein”, del liceo classico e psicopedagogico “Cesare – Valgimigli” e dell’istituto tecnico economico statale “Valturio”. I volontari vengono invitati a momenti di formazione specifici e alle iniziative della Caritas diocesana.
Il Centro è seguito da tre operatrici della Caritas diocesana due italiane e una marocchina, che, oltre a prendersi cura dei bambini e del rapporto con insegnati e Assistenti sociali, curano i rapporti con le famiglie, dal momento dell’accoglienza fino alla conclusione delle attività.
Chi frequenta
Alle attività del Centro Educativo partecipano nell’anno 2016/2017 39 bambini, dei quali 24 maschi e 15 femmine. 19 frequentano le scuole secondarie di primo grado e 20 le scuole primarie del territorio riminese. La nazionalità più presente è quella bengalese (18 bambini), a seguono 4 bambini senegalesi, 4 albanesi, 3 fratelli provenienti dalla Costa d’Avorio, 3 marocchini, 2 macedoni e infine un bambino cinese e uno proveniente da Santo Domingo. Frequentano il Centro educativo anche 3 bambine italiane.
Il rapporto con le famiglie
In presenza di casi particolari o di situazioni difficili si attivano altri servizi della Caritas in sostegno alle famiglie e si cerca di proporre percorsi di miglioramento. Le famiglie vengono invitate sempre ai momenti forti dell’anno, ovvero alle feste di Natale e Carnevale, alle feste di compleanno alla fine di ogni mese e alle uscite straordinarie del gruppo. In genere le madri portano dolci tipici dei loro Paesi da condividere con tutti. Periodicamente si realizzano incontri con tutti i genitori per illustrare l’andamento del Centro e discutere con loro eventuali problematiche e miglioramenti.
Nel 2016 è stato realizzato un corso di italiano per genitori che ha visto la partecipazione di 4 mamme seguite da una volontaria esperta che, oltre alla lingua, ha supportato le donne negli aspetti della vita quotidiana e nel percorso educativo dei figli.
Le situazioni difficili
Nell’anno 2016 sono pervenute alle operatrici 8 casi di situazioni familiari problematiche, a causa di mancanza di reddito o di assenza di un genitore (separazioni, carcere, tossicodipendenza). Di conseguenza si presentano difficoltà nel mantenimento di una casa e della famiglia.
4 famiglie con difficoltà economiche si sono rivolte allo sportello “Distribuzione Materiale Scolastico” per avere un aiuto nel reperire il necessario per la scuola dei propri figli.
Una famiglia ha un minore disabile a carico (con disturbi legati allo spettro autistico) e una famiglia si rivolge al farmacista della Caritas per un supporto nei medicinali.
5 bambini sono arrivati da poco in Italia e perciò manifestano grosse difficoltà nella comprensione della lingua italiana.
9 bambini che partecipano al Centro Educativo mostrano gravi problematiche a livello scolastico, diagnosticati come DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento). Spesso le famiglie non riescono ad intervenire in maniera significativa in queste situazioni perché, la maggior parte di loro, non ha dimestichezza con la lingua italiana, non possiede risorse finanziarie per poter garantire un sostegno professionale di lunga durata e rimangono spaesati di fronte alle difficoltà del figlio. In questi casi gli operatori cercano di accompagnare le famiglie nella comprensione del problema e nell’affrontarlo positivamente e con metodo, indicando alcuni servizi mirati e suggerendo un sostegno costante e attento durante lo svolgimento dei compiti.
In parallelo i volontari cercano di utilizzare percorsi e strategie personalizzate per ogni bambino, lavorando in particolare sulle competenze da incrementare. Viene utilizzata anche la dimensione socializzante del Centro, dove altri bambini possono stimolare e aiutare i compagni nella realizzazione dei compiti, sempre sotto la supervisione degli adulti. Per favorire questi percorsi sono state realizzate formazioni specifiche rivolte a tutti i volontari durante tutto l’anno.