S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati)
L’attività del progetto S.P.R.A.R di Rimini è incominciata nel 2009. Gestita inizialmente in collaborazione con la Provincia, da febbraio 2014 è proseguita con il Comune di Rimini quale ente titolare del progetto denominato “Rimini, porto sicuro”.
Il progetto prevede l’accoglienza integrata e l’assistenza nei confronti di persone migranti richiedenti asilo o beneficiarie di protezione internazionale, presenti sul territorio o inviate dal Servizio Centrale del sistema di protezione, che gestisce la rete di tutti i progetti S.P.R.A.R. attivi sul territorio nazionale.
Il progetto si propone di assistere i beneficiari attraverso una serie di servizi. I principali sono la fornitura di un’abitazione idonea (per un periodo di sei mesi eventualmente prorogabile fino al massimo di un anno), l’assistenza burocratica e legale, la predisposizione di corsi intensivi di lingua italiana, la formazione professionale, l’attività formativa in azienda attraverso tirocini e borse lavoro, il coinvolgimento in percorsi di aiuto nel recupero delle proprie potenzialità e di un’autonomia nel gestire il quotidiano e nel pianificare il proprio futuro, la promozione e l’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione sul tema del rifugio.
Persone accolte nel 2016 per provenienza
Provenienza | n |
---|---|
Pakistan | 11 |
Gambia | 8 |
Senegal | 5 |
Nigeria | 5 |
Mali | 4 |
Guinea | 3 |
Bangladesh | 3 |
Afghanistan | 3 |
Yemen | 1 |
Sudan | 1 |
Iraq | 1 |
Ghana | 1 |
Totale | 46 |
Attualmente i beneficiari sono tutti soggetti maschi adulti, in quanto il progetto S.P.R.A.R. di Rimini ha scelto di operare inizialmente con questa tipologia di persone.
Accolti nel 2016 per classe d’età
La maggior parte di loro è stata inviata dai centri di accoglienza governativi (i cosiddetti C.A.R.A., Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), mentre altri sono arrivati sul territorio senza alcun tipo di assistenza o di indicazione, a volte rintracciati dalle Forze dell’Ordine e inseriti nel progetto attraverso i servizi di assistenza per cittadini stranieri.
Poco meno della metà delle persone accolte sono giunte in Italia via mare, con imbarcazioni di fortuna. Le altre hanno raggiunto il nostro Paese via terra, dal confine friulano o attraverso le frontiere aeree.