Conclusioni

La scelta di dedicare per due anni consecutivi il Rapporto al tema “salute e povertà” si è rivelata efficace. Questo binomio infatti ha presentato notevoli sfaccettature e un progressivo peggioramento nello scorrere del tempo, che necessitava di essere preso in esame.

Tutte le realtà fotografate mostrano una povertà in continuo mutamento, dove aumentano le famiglie di immigrati residenti da tempo sul territorio con minori a carico, i giovani profughi che scappano da territori di conflitti e che arrivati in Italia, terminati i progetti di emergenza, non sanno dove andare e gli uomini italiani, soli, con oltre 50 anni, rimasti disoccupati. Quest’aumento progressivo dell’età, fa sì che inevitabilmente crescano anche le problematiche di salute, così come il perpetuarsi di situazioni di disagio economico, provocano l’impossibilità di provvedere alle spese relative alla cura di sé e dei propri familiari.

Realtà quali Caritas diocesana, Ass. Papa Giovanni XXIII, Opera Sant’Antonio, Croce Rossa, Ambulatorio Anteas, Ass. Rumori Sinistri e Ambulatorio Extra-Cee mostrano come siano in aumento le persone che si rivolgono agli sportelli con problematiche di salute, aumentano infatti le distribuzioni di farmaci gratuiti, le donazioni di buoni per acquisti in farmacie convenzionate e cresce anche il numero di volontari esperti in ambito sanitario che scelgono di mettersi a servizio degli ultimi.

All’interno delle parrocchie crescono azioni di prossimità, quali distribuzioni di pacchi viveri a domicilio presso quelle famiglie dove sono presenti persone con problemi di salute, attività di animazione presso gli ospedali, consulenze con professionisti o formazione di gruppi di sostegno per i familiari di persone ammalate.

Anche gli Enti pubblici constatano un aumento di situazioni di disagio economico e di salute, sconvolgono i dati relativi a CSM e Sert, così come gli Sportelli Sociali dichiarano un aumento di richieste per motivi sanitari.

La ricerca sulle famiglie ha messo in evidenza quali siano i disagi e le situazioni di solitudine vissute da coloro che hanno problemi di salute. Al termine di questo Rapporto ci sembra importante ri-sottolineare proprio quanto emerso dalla ricerca:

  • il corrispettivo delle pensioni di invalidità è assolutamente insufficiente ai bisogni delle necessità vitali ed è molto problematico il fatto che, per coloro che sono al di sotto dei 75 punti percentuali, eccetto rari casi, non ci siano aiuti economici.
  • Le borse lavoro non riescono a dare un’autonomia economica, in quanto consistenti in contratti di breve durata e di non facile rinnovo.
  • L’accesso alle case popolari ha delle tempistiche troppo lunghe e non sempre vengono tenute in considerazione tutte le problematiche della famiglia.
  • Esistono servizi sociali pagati dal Comune, ma questi non sono provvisti di sufficienti risorse umane e non considerano tutte le fasce d’età e tutte le situazioni di coloro che sono nel bisogno, per cui alcune categorie si ritrovano inevitabilmente scoperte.
  • È necessaria una maggiore sensibilizzazione della cittadinanza per far comprendere l’isolamento e le situazioni complesse delle famiglie dove sono presenti problemi di salute.
  • Mancano degli strumenti di supporto alle famiglie, che permettano loro di avere del tempo libero, di svago.
  • Rispetto al Sistema Sanitario la specializzazione di alcuni ospedali in determinate patologie ha garantito alti livelli di competenza rispetto a specifiche malattie, ma ha anche creato grossi ostacoli relativi ai costi di spostamento e all’organizzazione della famiglia per permettere le cure.
  • C’è inoltre il desiderio che i medici tornino a fare le visite domiciliari per quelle situazioni troppo complesse e delicate.

Il Rapporto mostra anche come siano in aumento i progetti fatti da più realtà che si uniscono per gli stessi obiettivi, ci sembra che questa sia la strada giusta sulla quale camminare, perché il mettersi insieme stimola sempre più azioni nuove ed aiuta a non far sentire soli gli operatori e accompagnare in modo più attento coloro che sono in situazione di disagio.

Ci auguriamo che questo Rapporto sia riuscito ad offrire una lettura approfondita delle situazioni di povertà presenti sul territorio riminese e che stimoli nuove progettazioni ed azioni di solidarietà, per far fronte al disagio economico e sociale esistente.