Fondo per il lavoro

Com’è nato

Papa Francesco ha ricordato che il lavoro non è un dono gentilmente concesso a pochi raccomandati, ma è un diritto per tutti: “fa parte del piano di amore di Dio” ed “è un elemento fondamentale per la dignità di una persona”.

In questo contesto la Chiesa riminese nell’ottobre del 2013, attraverso la Caritas diocesana, si è attivata per creare il “Fondo per il lavoro”, con l’obiettivo di facilitare l’inserimento lavorativo delle persone che, oltre ad essere disoccupate/inoccupate, versano in condizione di disagio economico.

È partito con una dotazione iniziale di 100.000 euro, messi a disposizione dalla Caritas diocesana e dalla Diocesi di Rimini, col fine di erogare contributi a fondo perduto a favore delle aziende che, con l’impegno di stipulare contratti di lavoro della durata di almeno sei mesi, assumono persone iscritte al Fondo.

Il Fondo si è avvalso, sin da subito, della collaborazione di numerosi soggetti: Diocesi, Caritas Diocesana, Acli, Compagnia delle Opere, Sindacati, Associazioni di categoria, Enti pubblici, Associazioni, Imprese, ecc.

Come funziona

Per potersi candidare al Fondo occorre essere residenti da almeno un anno in un Comune della Diocesi di Rimini e presentare domanda o presso la Caritas parrocchiale più vicina alla propria abitazione, o presso lo sportello del patronato delle Acli provinciali, o presso lo Sportello sociale dei Comuni di Verucchio, Santarcangelo di Romagna e di Poggio-Torriana.

Le domande raccolte vengono poi inviate alla Caritas diocesana per essere sottoposte alla valutazione di un Comitato composto da 13 membri, che decide sulla ammissibilità delle richieste. Ad ogni candidatura viene assegnato un punteggio, fissato sulla base della intensità del bisogno economico (65%) e delle capacità professionali del candidato (35%). Le domande valutate positivamente vengono quindi inserite nella banca dati del Fondo.

Le aziende che collaborano con il Fondo per il lavoro, dopo aver sottoscritto una specifica convenzione, possono usufruire di un contributo (pari al 20% del costo complessivo di ogni lavoratore), ma devono impegnarsi a stipulare un contratto di lavoro dipendente della durata minima di sei mesi e devono procedere all’assunzione di un nominativo scelto fra gli iscritti al Fondo. Il contributo può essere erogato per la durata massima di 12 mesi per ogni singolo lavoratore.

I dati

Al Fondo per il Lavoro al 31 dicembre 2016 sono pervenute oltre 600 richieste di candidature, 2/3 circa presentate da uomini ed il restante da donne. La maggior parte delle domande sono state inviate dalle Caritas parrocchiali ed interparrocchiali (359 domande pari al 59,8%), ma molto significativo è anche il lavoro di raccolta svolto dal patronato ACLI di Rimini (214 pratiche pari al 35,7%). Altre 20 richieste sono pervenute dagli Sportelli sociali dei Comuni della Valmarecchia (Verucchio, Santarcangelo, Poggio-Torriana ecc.) e le rimanenti sono state raccolte da altri enti.

Composizione per provenienza geografica

Analizzando le domande in base alla nazionalità dei richiedenti, emerge che il 69% sono intestate a cittadini italiani e tra gli stranieri prevalgono i balcanici, gli africani (sia del nord che del centro) ed i cittadini provenienti dall’ Europa dell’ est.

È Interessante notare che gran parte di coloro che provengono dai Balcani e dal Nord Africa sono in Italia da oltre 20 anni, quelli dal Sud America da circa 10 anni, mentre quelli che arrivano dall’Africa Centrale, dal Medio Oriente e dall’Asia, sono immigrati nel nostro paese negli ultimi 5 anni.

Gran parte degli stranieri che hanno presentato domanda al Fondo, vivono con la propria famiglia (81%). Per gli Italiani invece tale percentuale scende al 70% ed il 30% vive solo.

La mancanza di lavoro incide inevitabilmente sul benessere della propria famiglia ed è anche per questo che tra gli stranieri che si sono rivolti al Fondo, c’è una preponderanza di coloro che sono inseriti in un contesto familiare.

Il 60% delle domande è presentato da persone con età compresa fra i 35 e i 64 anni. Le donne sono mediamente più giovani rispetto agli uomini.

Composizione per sesso e classe d’età

Quasi la metà dei richiedenti (43,7%) sono coniugati, con una prevalenza degli uomini rispetto alle donne. Le donne in situazione di separazione o divorzio sono percentualmente più numerose rispetto agli uomini (27,8% contro un 18,8%).

Composizione per sesso e stato civile

Il 75% di coloro che si sono candidati al Fondo vive con i propri familiari e tra questi ci sono anche 58 donne che vivono da sole con i propri figli (pari al 31% delle donne).

Il rimanente 25% è costituito da persone che vivono sole o convivono con estranei.

La presenza di famiglie di fatto è maggiormente ricorrente fra i candidati con età compresa nella fascia di età 25 – 34 anni.

Composizione per nucleo familiare

Le donne sono mediamente più istruite rispetto agli appartenenti all’altro sesso. 3/4 del campione totale dei candidati è in possesso di un diploma professionale o di una licenza di scuola media inferiore (34% + 40,8%): fra i giovanissimi (fino ai 24 anni) la percentuale di coloro che posseggono un diploma professionale è di circa la metà, dato che invece si dimezza fra gli ultra 55; nella fascia di età 25 – 34 il numero di coloro che hanno fatto domanda al Fondo lavoro con un titolo di licenza superiore, è doppio rispetto alla media totale.

La percentuale dei possessori di titoli di studio meno qualificanti è più elevata fra i coniugati (due terzi) ed è invece sottodimensionata fra i celibi (25%).

Composizione per sesso e livello di istruzione

Si riscontrano delle differenze anche rispetto alla situazione abitativa tra i candidati italiani e quelli stranieri.

Il 62% degli immigrati vive in case affittate da privati, mentre tale condizione riguarda solo il 36% degli italiani. Fra questi ultimi inoltre il 29% vive in case di proprietà, ma tale situazione che appare essere privilegiata, in realtà determina spesso un aggravamento della situazione economica, per coloro che hanno perso il lavoro. Molto frequentemente infatti gli acquisti degli immobili sono stati finanziati con l’accensione di un mutuo, con la conseguente assunzione di impegni gravosi per il pagamento delle rate ed il venir meno di un reddito da lavoro, determina un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche del proprietario.

Composizione per abitazione e provenienza

La percentuale di coloro che hanno ottenuto una casa in affitto da un ente pubblico, è leggermente superiore fra i connazionali rispetto agli immigrati.

 

Le professionalità dichiarate dai candidati al Fondo per il Lavoro sono estremamente eterogenee, ma vedono prevalere, in linea con la bassa qualificazione scolastica, mansioni non particolarmente specializzate: prevalgono gli operai generici (5,3%) e gli addetti alle pulizie (5%), seguono i magazzinieri (4,5%), i commessi (4,3%) ed i camerieri di sala (4,1%); altre esperienze lavorative significative sono: badante (3,7%) e commerciante (3,6%).

I risultati

Al 31 dicembre 2016 ben 56 aziende della nostra zona, hanno assunto 97 lavoratori scelti tra i candidati da noi proposti ed, in diversi casi, hanno dato occupazione anche a più di un nostro iscritto. A nostro avviso ciò conferma la validità dei criteri addottati dal Fondo, per selezionare i candidati da proporre alle imprese.

Circa la tipologia delle aziende che si sono convenzionate, il numero più elevato è rappresentato da quelle dei settori artigiani, industriali ed agricoli e dalle Cooperative sociali. Marginale invece è il sostegno che ci è stato dato dalle strutture alberghiere, in quanto la durata minima di sei mesi richiesta per i contratti di lavoro, supera la durata media dei contratti stagionali che, nella maggioranza dei casi, non va oltre i 4 mesi.

Non tutte le imprese possono accedere ai benefici previsti dal Fondo per il lavoro, poiché non vengono prese in considerazione quelle aziende che hanno effettuato licenziamenti, se non per giusta causa, o che hanno fruito di cassa integrazione guadagni e/o di contratti di solidarietà. Per ottenere l’erogazione del nostro contributo devono inoltre dichiarare di essere in regola con la normativa sulla sicurezza del lavoro e con la normativa per il diritto al lavoro dei disabili.

Come si evince da quanto sopra riportato, le imprese che assumono nostri candidati beneficiano di contributi economici rilevanti, tanto che al 31 dicembre 2016 per i contratti di lavoro stipulati, sono stati erogati e/o impegnati fondi per oltre 420.000 euro. Ne consegue che per garantire la continuità nel tempo del progetto, occorre mantenere vivo l’afflusso di nuove risorse economiche al Fondo. Le somme che sono confluite sul conto corrente del progetto provengono in gran parte da aziende, parrocchie, associazioni, enti pubblici territoriali, banche ed ordini professionali, ma anche le donazioni effettuate da tantissimi privati cittadini, hanno raggiunto importi ragguardevoli (oltre 83.000 euro).

I fondi sono stati raccolti attraverso varie iniziative e, fra tutte quelle messe in campo nel 2016, ci piace segnalare:

  • 15.000 euro donati dalla Coop. sociale “LA FORMICA”, che ha voluto così festeggiare il ventennale della sua fondazione;
  • 12.000 euro versati dalle ACLI provinciali di Rimini, che hanno destinato al Fondo le somme ottenute con il 5×1000;
  • 7.800 euro raccolti grazie ad una iniziativa promossa dalla CGIL fra i dipendenti di alcune aziende meccaniche del riminese;
  • 3.000 euro ottenuti grazie alla assegnazione del primo premio del “Premio Marco Biagi”;
  • 2.700 euro ricavati dalla Associazione “Zeinta di Borg” con la organizzazione di una cena solidale. Peraltro la stessa associazione per il terzo anno consecutivo, ci ha destinato il netto ricavo della “Lotteria del commercio riminese” consentendoci di ottenere ulteriori 15.000 euro circa.

Caratteristiche degli assunti

La percentuale di coloro che sono stati avviati al lavoro, rispetto alle domande prese in carico dal Fondo, è pari al 20% per il genere femminile ed il 21% per quello maschile; nello specifico si tratta di 39 donne e 88 uomini.

La maggior parte degli assunti rientra nella fascia di età 35 – 44 anni, che da sola equivale al 36% del totale. Sono 19 gli inserimenti lavorativi effettuati nella fascia di età 55 – 64 anni (20% del totale), possiamo ritenere questo dato un successo, considerando la difficoltà che le persone di questa fascia d’età incontrano nel riuscire ad avere un posto di lavoro.

Tra i 97 assunti, il 64% sono italiani ed il 36% stranieri, equivalenti al 20% delle domande presentate dai nostri connazionali ed il 24% di quelle inoltrate dagli immigrati. Questi ultimi hanno trovato occupazione in prevalenza nel settore dell’agricoltura e dell’edilizia, mentre i primi sono stati inseriti nei settori legati al sociale, nel commercio, nella raccolta dei rifiuti e nelle attività impiegatizie.

Il 40% degli italiani inseriti al lavoro è coniugato, mentre fra gli stranieri la percentuale sale al 47%.

Rispetto al loro grado di istruzione è interessante notare che coloro che hanno un titolo di studio più qualificato, sono stati collocati con più facilità: infatti il 22% dei candidati con laurea ha trovato un lavoro attraverso il Fondo, contro l’8% di coloro che sono in possesso della sola licenza elementare.

Valutando le professionalità di coloro che hanno trovato lavoro, si riscontra che la maggior parte di essi è riuscito ad essere re-impiegato nel proprio ambito professionale e solo alcuni hanno dovuto apprendere nuove mansioni. Fra i 97 assunti ci sono sia persone con un alto profilo (ingegneri, geologi, statistici), che hanno dovuto anche adattarsi a svolgere mansioni meno qualificate, ma anche giovani senza esperienza, alla loro prima occupazione.

I settori nei quali le persone inserite grazie al Fondo per il lavoro hanno potuto mettere a frutto la loro professionalità pregressa, sono prevalentemente: artigianato, turismo, commercio ed anche ruoli attinenti la categoria impiegatizia.

Su 97 lavoratori assunti, 20 hanno potuto beneficiare di contratti di lavoro a tempo indeterminato e, fra i rimanenti che hanno finito di usufruire del contributo del Fondo, oltre la metà ha beneficiato di rapporti di lavoro con durata superiore ai 12 mesi.