Associazione Famiglie Insieme

L’associazione si è costituita nel 1996 con la finalità di sostenere le famiglie in difficoltà economica e come strumento di lotta all’usura. È operativa, attraverso l’erogazione di prestiti a famiglie bisognose, dal 1997 e, in questi anni, tantissimi sono stati gli interventi, anche perché la crisi ha indubbiamente inciso notevolmente sul benessere delle famiglie.

Il servizio viene svolto da 4 volontari che, attraverso il dialogo diretto, valutano e ascoltano le varie situazioni. Attraverso una telefonata le famiglie fanno richiesta per poter accedere al prestito, poi vengono ricontattate dal responsabile dell’associazione per l’appuntamento. In questa seconda chiamata vengono valutati i criteri di idoneità. La domanda non può essere accettata se la famiglia non ha domicilio nella diocesi o nella provincia di Rimini, se non ha alcun tipo di reddito e neppure un garante che possa assicurare il rientro del prestito, se richiede una cifra troppo elevata (superiore ai 1.000 euro) o se ha già richiesto un prestito e non lo ha ancora saldato o se non risponde al telefono dopo tre chiamate per fissare l’appuntamento. Nel 2016 sono state 454 le famiglie che hanno fatto richiesta e 404 quelle che hanno avuto risposta positiva ricevendo complessivamente 384.310 euro. Rispetto al 2015 vi è stato un incremento dell’11% nel numero di erogazioni e del 17% nell’importo di queste, grazie all’incremento del fondo di disponibilità che ha permesso di soddisfare un maggior numero di famiglie bisognose.

Il fondo a cui si fa riferimento per l’erogazione dei prestiti è gestito da Carim-Eticredito ed è costituito attraverso contributi provenienti da diversi soggetti: Comune di Rimini, Caritas diocesana, Fondazione Carim, Comune di Riccione, Ass. Figli del Mondo e offerte di privati, per un totale di 128.900 euro.

 

Interessante notare i cambiamenti che sono avvenuti dall’inizio dell’attività ad oggi.

Famiglie che hanno ottenuto il prestito

Il primo anno hanno avuto risposta 41 famiglie e fino al 2006 il numero dei nuclei era al di sotto o appena sopra le 100 unità. A partire dal 2007 i numeri non hanno fatto che crescere fino a raggiungere le 491 famiglie nel 2014. Dopo il calo del 2015, anno in cui si era scesi a 367 per la minor disponibilità del fondo per i prestiti, nel 2016 si è nuovamente superata la soglia delle 400 erogazioni, 404 per la precisione. Negli ultimi anni sono inevitabilmente cambiati i criteri con cui vengono erogati i prestiti, se infatti inizialmente non c’erano limiti rispetto alla cifra richiesta, si è poi stabilito un tetto di 2.000 euro fino a raggiungere quello attuale dei 1.000, per poter rispondere a più famiglie possibile.

Erogazione media per famiglia (in migliaia di euro)

Il grafico mostra la relazione tra numero di famiglie beneficiarie e prestiti erogati arrotondati in migliaia di euro. A partire dal 2012 i prestiti sono stati concordati per un massimo di 1.000 euro è quindi salito il numero dei beneficiari, perché le cifre erogate per famiglia sono diminuite; in tal modo si è riusciti a soddisfare le maggiori richieste.

Erogazioni totali (in migliaia di euro)

Il picco dei prestiti è stato fatto nel 2011 con 530 mila euro, nel 2012 si è dovuto interrompere l’attività per un periodo perché erano finiti i fondi e perché stavano aumentando il numero di insolvenze (cioè di persone che non riuscivano a restituire il prestito). Nel 2015 le insolvenze sono giunte alla cifra critica del 36%, mal nel 2016, sotto questo profilo, si è registrato un miglioramento delle sofferenze di cassa ridiscese al 28%.

Complessivamente, dalla sua nascita, l’Associazione ha erogato oltre 5 milioni 166 mila euro. Grazie a questi contributi le famiglie hanno potuto beneficiare di un aiuto concreto per poter risolvere o alleviare le proprie difficoltà.

Famiglie per nazionalità

Come si nota dal grafico la maggior parte delle famiglie che si sono rivolte all’associazione sono italiane (59%), queste sono notevolmente aumentate a partire dal 2013 con 251 nuclei, fino a raggiungere le 292 unità nel 2014; sono discese, per la diminuzione dei contributi, nel 2015 a 214, per aumentare nuovamente a 240 nel 2016.

Per quel che riguarda gli stranieri, si nota che fino al 2011 erano in media il 45%, successivamente sono scesi intorno al 40%, rimanendo sempre al di sotto delle 200 unità, riducendosi nettamente nel 2015 a 153, per poi risalire a 164 nell’ultimo anno (41%).

Evoluzione per nazionalità

Rispetto alle singole nazionalità, le maggiori richieste provengono da famiglie rumene (16%), ma in diminuzione rispetto al 2015 (-7%), seguono le senegalesi (12%), invece in crescita in confronto all’anno precedente (+6%), ucraine e marocchine (rispettivamente il 9%), le prime in crescita (+1%), le seconde in calo (-4%).

Motivazione principale che spinge a chiedere un prestito

  2016 2015
Motivazione italiani stranieri importo % italiani stranieri importo %
Affitto 107 51 € 152.760 39.7 104 60 € 149.720 44.0
Utenze 55 15 € 60.900 15.8 38 3 € 36.280 10.7
Automezzi 30 26 € 53.350 13.9 40 19 € 59.100 17.4
Cure mediche 23 21 € 41.800 10.9 19 25 € 39.800 11.7
Arredo 19 20 € 37.200 9.7 7 21 € 27.600 8.1
Ricongiungimento 1 16 € 16.300 4.2 2 14 € 16.050 4.7
Spese scolastiche 5 12 € 15.900 4.1 4 8 € 11.750 3.5
ND 0 3 € 6.100 1.6 0 0 € 0 0.0
Totale 240 164 € 384.310 100 214 150 € 340.300 100

La motivazione principale che spinge le famiglie a chiedere un prestito è il pagamento delle rate di affitto (40%). Rispetto a questa voce, l’Associazione anche quest’anno, denuncia il persistente problema degli affitti troppo alti rispetto al salario medio degli affittuari e spesso vengono segnalate ai servizi sociali per concordare l’azione di intervento in quanto trattasi di situazioni economicamente non più sostenibili, neanche tramite il prestito erogato, a causa della somma di mensilità arretrate.

Nonostante le Caritas parrocchiali e la Caritas diocesana siano spesso intervenute per i pagamenti delle utenze, i prestiti relativi a questa voce sono aumentati, passando dal 10,7% al 15,8% e riguardano in gran parte le famiglie italiane (55 su un totale di 70). L’aumento è dovuto all’accumulo di bollette arretrate e quindi al rischio della cessazione delle utenze e ad un intervento immediato da parte dell’Associazione. Spesso si è stati costretti a contattare gli Enti gestori per trovare accordi su rateizzazioni o per chiedere un po’ più di tempo prima di sospendere le utenze.

Sono leggermente diminuite le richieste per automezzi (passate dal 17% al 14%), comprendono pagamenti di assicurazioni, riparazioni dal meccanico o caparre per acquisti. Le famiglie che si rivolgono all’associazione sono le così dette “famiglie impoverite”, cioè quelle famiglie che prima della crisi avevano un’automobile e riuscivano tranquillamente a sopperire alle spese necessarie per il mantenimento del mezzo, ma ora non riescono più.

Stabili le richieste di aiuti per cure mediche (in totale 44 casi sia nel 2015 che nel 2016), ma in aumento se si considera la cifra economica (da 39.800 euro a 41.800), diversa anche la proporzione di richieste in questo ambito tra famiglie italiane e straniere. Purtroppo le statistiche confermano che la povertà spesso incide anche sullo stato di salute. Sebbene a livello sanitario ci siano delle agevolazioni per le fasce economiche deboli, queste non sono sufficienti perché visite specialistiche, analisi e medicinali hanno prezzi elevati, soprattutto perché sono spese che si sommano le une alle altre e che accadono spesso in modo improvviso, non pianificato, e necessitano di un pagamento immediato. L’aumento delle richieste sanitarie è stato registrato anche dallo sportello di farmaci gratuiti della Caritas diocesana. Molto spesso, la scarsa disponibilità economica, costringe infatti sempre più persone a rinunciare all’acquisto dei farmaci e quindi a non curarsi, se non riescono a rivolgersi a enti di volontariato. L’altro aumento significativo riguarda la richiesta di prestiti per gli arredi, in gran parte trattasi di mobilio e attrezzature per l’avvenimento di nuove nascite (passeggini, seggioloni, camerette), ma anche per l’arredamento di nuove case prese in affitto o perché case popolari prive di arredo, o perché case con affitti più contenuti, ma prive di mobilio.

I volontari dell’Associazione evidenziano l’importanza della collaborazione con la Caritas diocesana, con i Servizi sociali e le Caritas parrocchiali: il lavoro di rete è estremamente importante in un periodo come questo. Nonostante le difficoltà e le insolvenze, le famiglie si presentano sempre corrette ed educate. Questo servizio dunque è importante e prezioso per poter offrire risposte concrete ed utili a coloro che si trovano in difficoltà economica.