La povertà in Italia e in Emilia-Romagna

I dati Istat del 2015 rivelano che in Italia le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta sono pari a 1 milione e 582 mila, mentre gli individui sono 4 milioni e 598 mila; dove, per povertà assoluta, si intende l’impossibilità di soddisfare i bisogni primari quali i pasti, i vestiti e una casa dove dormire.

I dati risultano essere leggermente in crescita per quanto riguarda le famiglie: 6,1% nel 2015 rispetto al 5,7% nel 2014. Ancora più in aumento gli individui: il 7,6% della popolazione nel 2015, rispetto al 6,8% nel 2014. Si registra in particolare un incremento nel Nord Italia, dove le famiglie povere sono aumentate dal 4,2% del 2014 al 5% del 2015, specialmente in questa situazione sono i nuclei familiari di immigrati.

La povertà relativa risulta stabile per le famiglie composte da massimo tre individui: 2 milioni e 678 mila famiglie nel 2015, pari al 10,4% dei residenti (il 10,3% nel 2014). Al contrario, è in aumento per gli individui, con 8 milioni e 307 mila persone, pari al 13,7% nel 2015, quando nel 2014 erano il 12,9%.

Sono le famiglie numerose ad avere maggiori problemi; difatti, si stima che la povertà in quelle con quattro componenti sia aumentata dal 14,9% del 2014 al 16,6% del 2015 e, se si contano i nuclei familiari con cinque o più componenti, dal 28% al 31,1%.

La povertà relativa viene intesa come la mancanza di risorse monetarie tali da poter mantenere le condizioni di vita standard previste dalla media della popolazione.

La stima Istat sostiene inoltre che, nel 2015, il 28,7% della popolazione residente in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale, quando nel 2014 era al 28,3%. Nel Nord il rischio di povertà ha avuto un calo dal 17,9% del 2014 al 17,4% del 2015. Se si considerano anche le famiglie che spendono per l’affitto più del 30% del proprio reddito e che quindi faticano nella gestione del resto delle spese, alle sopraindicate famiglie se ne aggiungono altri 1,7 milioni, arrivando al 35% della popolazione in situazione di disagio economico, quando nel 2004 era solo il 16%.

La disoccupazione, nel 2016, ha un tasso del 11,7%, in diminuzione rispetto agli anni precedenti: nel 2015 era del 11,9% e nel 2014 era del 12,7%. Secondo le stime Prometeia-Unioncamere, è l’Emilia-Romagna ad aver il valore più basso di disoccupazione fra le regioni italiane dove la stima scende fino al 6,9%, in progressiva diminuzione se confrontati ai valori passati: quando nel 2015 il tasso era del 7,7% e nel 2014 era del 8,3%. Nonostante l’apparente ripresa, chi risente maggiormente della crisi sono le giovani coppie, i separati e gli stranieri.